Alla Terra
Sistema Solare, 1999
Cara Terra,
oggi mi sento un po' sola, così ho deciso di scriverti due righe... Sai com'è, a volte non riuscire a dare uno scopo alla propria esistenza può risultare piuttosto deprimente, ma poi penso a te e mi rendo conto di doverti eterna gratitudine per aver da sempre dato un senso alla mia presenza in questo spazio immenso e silenzioso.
La nostra natura ci allaccia in un rapporto di amore spaziale che non sarò mai in grado di ricambiare a sufficienza; mi sento in dovere, inoltre, di lodare quei piccoli esseri intelligenti che ti distinguono dagli altri pianeti del Sistema e che ogni giorno mi dimostrano il loro affetto dedicandomi mille poesie e mille canzoni.
La nostra natura ci allaccia in un rapporto di amore spaziale che non sarò mai in grado di ricambiare a sufficienza; mi sento in dovere, inoltre, di lodare quei piccoli esseri intelligenti che ti distinguono dagli altri pianeti del Sistema e che ogni giorno mi dimostrano il loro affetto dedicandomi mille poesie e mille canzoni.
A malincuore, così come li stimo, non posso fare a meno di prendere atto delle contraddizioni a cui gli esseri umani sono spesso soggetti. Tante volte mi sono chiesta, ad esempio, il motivo che li spinge a sporcare l'ambiente che li circonda; una volta mi dicesti che è uno spiacevole risvolto del progresso, ma non ho ancora capito bene il valore che loro danno a questa ambigua parola. Certo, di strada ne hanno fatta parecchia dall'epoca in cui erano in grado di compiere solo quelle poche azioni dettate dall'istinto di sopravvivenza. Ricordi? Ti ho già scritto dell'immensa felicità che provai la notte in cui vennero a trovarmi. Li accolsi a braccia aperte e pregai affinché non gli accadesse nulla, data la pericolosità di quella prima missione. Non avevano cattive intenzioni, si limitarono ad osservarmi e portarono via solo qualche sassolino.
Come potrei non avere una buona considerazione della razza più evoluta che io conosca? Sono ancora convinta che agiscono in buona fede, ma non vorrei ricredermi sull'idea che mi sono fatta; ho osservato i loro successivi movimenti nello spazio e penso che la parola "progresso" non si possa identificare in un desiderio di evoluzione, quando viene utilizzata come pessima giustificazione con cui bollare l'immane quantità di scorie che vi hanno abbandonato. Cerca di capirmi, non posso accettare che la purezza dell'Universo venga sconvolta dalla loro scienza, o meglio, dalla loro incoscienza.
Ho visto come hanno modificato la tua superficie, i tuoi mari, la tua atmosfera... Sarò schietta, lo dico tanto per te quanto per me: sempre più spesso si spingono fin qui per installare le loro basi, per scrutarmi e analizzarmi, e ciò mi fa pensare che a poco a poco si approprieranno del mio futuro.
Non sarà certo la mancanza di un'atmosfera adatta o la differenza tra le nostre forze di gravità, ad evitare che questo loro progresso coinvolga anche chi ti sta scrivendo. Lo so, non puoi farci niente neanche tu, è un processo apparentemente inarrestabile la cui fine probabilmente coinciderà con la fine dell'umanità. Non è forse un incredibile paradosso, quello a cui stiamo assistendo?
Ma ora cambiamo discorso, so quanto soffri a causa di questo problema e spero che considererai questo mio piccolo sfogo come un sincero messaggio di solidarietà. D'altra parte, non è affatto semplice trovare argomenti da discutere, quassù: a parte le rare piogge di asteroidi, non accade quasi mai nulla; trascorro la maggior parte del tempo a osservare gli umani lì da te, coi loro penosi fuochi d'artificio e gli altrettanto patetici giochi di potere, per non parlare - e qui mi ripeto - del loro pericoloso progresso tecnologico. Chissà quante me ne potrai raccontare, quando mi scriverai la prossima volta.
Ah, ma che scema. Quasi dimenticavo l'evento più importante di quest'ultimo periodo: parlo della recente eclissi che ci ha visto allineati con Padre Sole. Confesso che tutte quelle dicerie sull'eclissi di fine millennio, secondo cui si sarebbero verificati cataclismi di ogni tipo, mi avevano un po' turbata.
Fortunatamente, il Cielo ha voluto che non accadesse nulla; anzi, devo dire che è stata un'esperienza molto emozionante: un'infinità di esseri umani erano lì con lo sguardo rivolto al cielo ad attendere il mio arrivo, e il mio lento interpormi fra te e il Sole, con l'affascinante oscuramento di quest'ultimo, è stato attentamente osservato con le loro lenti speciali. Ho provato il piacevole imbarazzo di chi veste l'importante ruolo di protagonista, in quello che considero uno dei più straordinari spettacoli che l'Universo ci possa offrire.
Da astro fondamentalmente notturno quale sono, quelle rare sortite di giorno mi fanno uno strano effetto: in un primo momento mi sento come un pesce fuor d'acqua, ma poi mi rilasso e me la godo con la serenità tipica dei giorni di festa.
Ogni novità, in fondo, costituisce per me un'ottima medicina contro la pressante monotonia dello spazio infinito; sebbene non riesca ad immaginare un ambiente migliore, bisogna ammettere che quello che ci ospita è alquanto noioso. E' la sua stessa perfezione, a mio parere, che lo rende tale. Mai un viaggetto fuori orbita, mai che si possa far conoscenza con qualche nuovo pianetino, anche solo per scambiare due chiacchiere. E' vero, sono piuttosto vecchia, ma avrò diritto anch'io a divertirmi, no? Meno male che ci sei tu, mia cara Terra, altrimenti sarei già morta di solitudine...
Beh, ora devo lasciare il passo al Sole: non siamo ancora all'equinozio di Settembre e in questo periodo è ancora abbastanza mattiniero. Beato lui, che brilla di luce propria. A me, per farmi bella, ogni volta mi tocca attendere più di quattro settimane!
Saluta da parte mia tutti gli esseri viventi che ti fanno compagnia, non lasciare che le scorrettezze degli umani ti stressino troppo e scrivimi presto. Attendo con ansia la tua prossima. Stammi bene, mia cara, e ricorda che non ti abbandonerò mai.
Tua fedelissima Luna
DOC
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