Doctor Peter racconta / 12° episodio: Un colpo di vento

Gli episodi di questa serie sono autoconclusivi: possono essere letti anche singolarmente, essendo collegati tra loro solo da piccoli spunti o da personaggi già presentati. L'elenco completo delle pubblicazioni si trova in fondo.


Lunedì 18, ore nove e un minuto. Un grosso pezzo di cornicione, messo alla dura prova da una notte ventosa, si stacca dal terrazzo di un vecchio edificio. Al di sotto, nel vicolo, una donna corre inseguita da alcuni gatti, incurante dello scampato pericolo alle sue spalle.
Contemporaneamente, un signore entra in una tabaccheria anticipando un uomo dall'aspetto poco raccomandabile che si era soffermato all'ingresso, e acquista un biglietto della lotteria nazionale; uscendo, incrocia nuovamente l'uomo fermo sulla soglia, che ora entrava anch'egli intenzionato a comprare un identico biglietto. Il biglietto acquistato per prima vincerà il primo premio: ben 5 milioni di Euro, che il signore devolverà generosamente quasi per intero in beneficienza... Di sicuro, se ad acquistarlo fosse stato il cliente successivo, ovvero il tipo losco, questi ne avrebbe fatto tutt'altro uso.
Ma restiamo in quel presente. Poco distante dallo stesso luogo, un autobus viaggia regolarmente sulla strada. Qualche traversa più dietro, una ragazzina spunta a velocità sostenuta da uno stradello laterale, sulla sua bicicletta, inseguita da alcuni coetanei altrettanto incoscienti. Se il bus si fosse fermato per accogliere una signora che tutte le mattine sostava alla fermata precedente, per quelle bici ed i rispettivi conducenti l'impatto sarebbe stato fatale. Fortunatamente, quella mattina, la signora in questione non era lì.
Diversi minuti dopo e un paio di isolati più in là, un bambino rimasto da solo in casa risponde al citofono un po' seccato, perchè interrotto nella fase più critica del suo amato videogioco. Chiuso il citofono, passando vicino alla cucina, si accorge dall'odore che la madre, uscendo, aveva dimenticato un fornello aperto. Si affretta a chiuderlo, apre tutte le finestre per fare uscire il gas, e pensa bene di spegnere la candela che nel soggiorno illuminava il ritratto del suo povero papà.
Il giorno dopo, una ragazza che abitava ancora più avanti e che faceva la segretaria, riceve una circolare nel suo ufficio. In sostanza le viene comunicato che, nonostante l'azienda fosse stata ceduta a nuovi proprietari, le sarebbe stata garantita la continuità del rapporto di lavoro. In futuro i titolari entranti non solo manterranno la promessa, ma valutandone le capacità le aumenteranno lo stipendio e le riserveranno particolare rispetto e gentilezza. E pensare che, appena il giorno prima, lei si era recata all'ufficio postale per inviare le sue dimissioni, perchè - malgrado avesse davvero bisogno di quel posto -non riusciva più a sopportare nè i soprusi dei capi precedenti, nè il mìsero compenso che le passavano. Fortuna che quella raccomandata non arrivò mai a destinazione.


Stesso lunedì 18, nove del mattino in punto. La signora Collins esce di casa per il consueto giro di faccende quotidiane, che cominciava sempre con un nobile gesto: lasciare un piattino di avanzi ai cinque gattini randagi che sostavano nel vicolo. Quella volta però qualcosa andò storto: un dispettoso colpo di vento solleva il piatto di plastica, che prende a ruotare ritto in equilibrio lungo il marciapiede. La donna si lancia all'inseguimento, mentre dietro di lei i mici approfittano del cibo sparpagliato. Il piatto termina la sua corsa sulle scarpe di un brutto ceffo che si apprestava ad entrare nella tabaccheria. Questi lo prende e lo restituisce alla signora, con un gesto di stizza per il "fastidio" recatogli.
La signora Collins ringrazia e riprende il suo cammino. Girato l'angolo, mentre getta il piatto nella spazzatura, vede l'autobus che avrebbe dovuto prendere sfilarle proprio davanti. Quel colpo di vento non ci voleva proprio, a causa di quell'imprevisto ora le sarebbe toccato proseguire a piedi, perché se avesse atteso la corsa successiva non avrebbe fatto in tempo a completare il suo giro di commissioni prima di mezzogiorno e quindi tornare a casa per preparare il pranzo. Malgrado una certa fretta, decide di fermarsi a citofonare ad una sua amica, una donna che - da quando aveva perso il marito - la si vedeva uscire raramente. Risponde il figlio undicenne, e le dice che sua madre era uscita poco prima. Un po' delusa, la signora Collins continua a camminare, finchè raggiunge la sua prima tappa, l'ufficio postale. Non era quello centrale, ma per spedire una raccomandata andava ugualmente bene. Davanti a lei una fila di tre persone, dietro una ragazza dall'espressione triste e pensierosa. Dopo aver servito la signora Collins, l'impiegato si scusa con la signorina seguente dicendole che non potrà più effettuare alcuna operazione perchè il terminale era andato in tilt. Lei saluta garbatamente e se ne va, con l'aria più affranta di quando era entrata.
Per il resto non c'è molto da raccontare... La signora Collins riesce a sbrigare tutti gli altri servizi in tempo, e incontra anche l'amica che aveva cercato al citofono, con cui condivide gli ultimi impegni e il ritorno in autobus. Arrivata a casa, prima di entrare a preparare il pranzo, volge uno sguardo ai gattini nel vicolo, e si chiede il motivo di tutto quel calcinaccio sparso sul marciapiede. Poi guarda il cielo e pensa: «Meno male, il vento sta calando».

Commenti

Gabriella ha detto…
Eccomi Doc,

fantastico questo racconto, ideato perfettamente ed in modo originale.
Ma guarda te il destino cosa può combinare.
Complimenti per la genialità di questo racconto.

ciao Gabriella
Charmless Man ha detto…
Ciao amico mio. Non passavo da queste parti da un bel pò...devo dire che tu sei come il vino...oassa il tempo e i tuoi racconti sono sempre migliori. Complimenti ancora una volta. Ci vorrebbe un pò di vento nella mia vita.
Mari da solcare ha detto…
@Charmless: che una brezza profumata e leggera possa muovere la ruota della tua vita come desidera il tuo cuore!
@dr.Peter: grazie di questo racconto:la signora Collins è ... fantastica. E' il caso, la predestinazione o un misterioso disegno celeste a muovere le nostre vite? Forse, finchè saremo vestiti di carne, la risposta è perduta nel vento...
Intanto, nutrire i micini è cosa buona e giusta...
@Gabriella: complimenti per le cartoline dipinte!
Pippicalzelunghe ha detto…
Ma che bravo!Leggendo il tuo racconto mi sembra di esserci e di far parte del racconto,hai presente...io sono quella svampita che per pura fortuna schiva tutti i pericoli;pensa che oggi come sempre con la testa fra le nuvole mi sono scontrata con un coso, ho detto:ho mi scusi!!!Solo allora mi sono accorta che era un albero!p
@Gabriella - Gentilissima, mi fa sempre piacere quando passi da queste parti. Un salutone.

@Charmless - Heilà Captain! Grazie per il vino, la prossima volta offro io. Ricorda che nel rifugio sei sempre il benvenuto n°1... Un abbraccio.

@Maruzza - Faccia pure come se fosse a casa sua, signorina. Questo micio non potrà che riceverne nutrimento. Grazie.

@Pippicalzelunghe - Pippi Långstrump mi mancava, nel rifugio. Grazie per i complimenti, davvero gentile. Torna pure quando vuoi, magari imboccando un sentiero senza alberi :)
Pippicalzelunghe ha detto…
Grazie Peter,ma se non è un albero sarà un cornicione oppure un ferro da stiro che va in corto!!!Ma niente panico non mi succede nulla,ho la testa fra le nuvole e il cielo mi protegge!Saluti anche da Ciccio li riccio

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