Grafton Pottery, un tè nel grottesco


Lui è Mitchell Grafton, di Panama City, Florida. Ha almeno tre passioni, che sfoga con mirabile costanza e dedizione: il disegno a mano libera e l'arte della ceramica. La terza, quella in cui si esprime meglio, consiste "semplicemente" nella fusione delle prime due. Il risultato potete giudicarlo da voi, ammirando le immagini qui postate.
Io apprezzo le sue opere intanto per "generosità": grazie al suo talento teiere, vasi e candelabri si liberano della veste anonima di polverosi oggetti da soffitta, così come personaggi solitamente confinati nell'immaginario trovano un varco per socializzare simpaticamente con la nostra realtà.
E poi è formidabile l'attenzione al dettaglio, una meticolosità che la dice lunga su quanto prenda sul serio il suo "gioco".
E ancora l'occhio di riguardo per il fantasy/horror, abilmente interpretato con parodistica ironia, qui sfugge ai rischi della grettezza o della banalità propri di questo genere: qualcosa di simile lo avevo già visto, ma l'affascinante forza espressiva dei suoi manufatti li eleva a capolavori che non temono confronti.
Io apprezzo le sue opere intanto per "generosità": grazie al suo talento teiere, vasi e candelabri si liberano della veste anonima di polverosi oggetti da soffitta, così come personaggi solitamente confinati nell'immaginario trovano un varco per socializzare simpaticamente con la nostra realtà.
E poi è formidabile l'attenzione al dettaglio, una meticolosità che la dice lunga su quanto prenda sul serio il suo "gioco".
E ancora l'occhio di riguardo per il fantasy/horror, abilmente interpretato con parodistica ironia, qui sfugge ai rischi della grettezza o della banalità propri di questo genere: qualcosa di simile lo avevo già visto, ma l'affascinante forza espressiva dei suoi manufatti li eleva a capolavori che non temono confronti.









Alla sua singolare attività, Mitchell ha dato un nome: Grafton Pottery... attenzione però a non farvi ingannare dalle assonanze. "Grafton" non è un virtuosismo di grafica o graffito, benchè il suo lavoro sia improntato proprio sul disegno; e "Pottery" non è un omaggio a Harry Potter, per quanto le sue creature gli strizzino l'occhio. Si tratta più semplicemente del suo cognome, accostato a "ceramica" in lingua inglese.
La sua produzione sgorga prevalentemente dalla fervida fantasia che lo contraddistingue, ma realizza anche lavori su richiesta, dimostrando una totale padronanza degli strumenti di lavoro, matite, torni o scalpelli che siano. Una nutrita e variegata raccolta delle sue opere (confesso l'imbarazzo della scelta su quali mostrarvi come assaggio) è visibile nella sezione "foto" della sua pagina Facebook: [https://www.facebook.com/graftonpottery]. Lo trovate anche su Blogger, anche se in versione meno aggiornata: [http://graftonpottery.blogspot.it].
DOC