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Visualizzazione dei post da luglio, 2012

Perla... in un mondo di pirla



Non ti arrendere!
Sei un combattente,
sei uno che sa se stesso.
Sei una rarità,
sei una perla in questo mondo di pirla,
e devi correre per te stesso
e per chi crede davvero in te,
senza lasciarti raggiungere
da quell'onda di banalità.
Devi alzarti se cadi, sempre,
soffocando il lamento e la rabbia,
traducendo tutto in sentimento...
Perchè la vita è una scuola
e i sentimenti sono i suoi insegnanti.
Coraggio, lasciali parlare!

Luca Mortula

Chuck, si gira!


"You never can tell" | Chuck Berry | Da "Pulp Fiction"


"Johnny B. Goode" | Chuck Berry | Da "Ritorno al Futuro"


"Rock and Roll Music" | Chuck Berry & Etta James | Da "Rock and Roll Music"


DOC

Coriandoli di madreperla




Maternal Admiration

William-Adolphe Bouguereau



Alda Merini
Bambino

Bambino, se trovi l'aquilone della tua fantasia
legalo con l'intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventerà una pianta
che ti coprirà con le sue foglie.
Fa' delle tue mani due bianche colombe
che portino la pace ovunque
e l'ordine delle cose.
Ma prima di imparare a scrivere
guardati nell'acqua del sentimento.




Mother


Mother do you think they'll drop the bomb?
Madre, pensi che lanceranno la bomba?
Mother do you think they'll like the song?
Madre, pensi che gradiranno questa canzone?
Mother do you think they'll try to break my balls?
Madre, pensi che proveranno a rompermi le palle?
Ooooh aah, Mother should I build a wall?
Madre, dovrei costruire il muro?
Mother should I run for president?
Madre, dovrei concorrere per essere presidente?
Mother should I trust the government?
Madre, dovrei fidarmi del governo?
Mother will they put me in the firing line?
Madre, mi metteranno in prima linea?
Ooooh aah, Mother am I really dying?
Madre, sto morendo veramente?
Hush now baby, baby don't you cry
Silenzio ora, bambino, bambino, non piangere
Mama's gonna make all of your nightmares come true
Mamma realizzerà tutti i tuoi incubi
Mama's gonna put all of her fears into you
Mamma ti passerà tutte le sue paure
Mama's gonna keep you right here under her wing
Mamma ti terrà proprio qui, sotto la sua ala
She won't let you fly but she might let you sing
Non ti lascerà volare, ma potrebbe lasciarti cantare
Mama's gonna keep baby cosy and warm
Mamma terrà il bambino in un posto accogliente e caldo
Ooooh Babe Ooooh Babe Ooooh Babe
Oh piccolo, oh piccolo, oh piccolo
Of course Mama's gonna help build the wall
Certamente mamma ti aiuterà ad innalzare il muro

Mother do think she's good enough for me?
Madre, pensi che lei sia abbastanza per me?
Mother do think she's dangerous to me?
Madre, pensi che lei sia pericolosa per me?
Mother will she tear your little boy apart?
Madre, ti strapperà via il tuo ragazzino? 
Oooh aah, mother will she break my heart?
Madre, mi spezzerà il cuore?
Hush now baby, baby don't you cry
Silenzio ora, bambino, bambino, non piangere
Mama's gonna check out all your girlfriends for you
Mamma controllerà tutte le tue ragazze per te
Mama won't let anyone dirty get through
Mamma non lascerà passare nessuna sporca
Mama's gonna wait up till you come in
Mamma aspetterà finché non torni a casa
Mama will always find out where you've been
Mamma scoprirà sempre dove sei stato
Mamma's gonna keep baby healthy and clean
Mamma terrà il bambino in salute e pulito
Ooooh Babe Ooooh Babe Ooooh Babe
Oh piccolo, oh piccolo, oh piccolo
You'll always be a baby to me
Tu sarai sempre un bambino per me
Mother, did it need to be so high?
Madre, c'era bisogno di essere così invadente?


Pink Floyd, The Wall, 1979



DOC

S'i' fosse padre


Padre, già. E' una parola... Se io fossi padre, sbaglierei come sbagliano certi padri, o ce la farei, come tanti ce la fanno, ad ottemperare degnamente a quest'onere?
Un manuale che possa indicare ad un uomo come costruire ad arte le fondamenta della vita del proprio figliolo, non esiste. Non può esistere, perchè è una di quelle cose che, finchè non ci sei dentro, non potrai mai comprendere fino in fondo. E anche perchè i figli non sono tutti uguali tra loro, ovvero, se anche ci fosse una regola, non la si potrebbe applicare a tutti indistintamente.
All'arrivo di un secondo figlio dovrebbe essere tutto più facile, perchè ci si è già fatti un pochino le ossa col primo, ma resta comunque il fattore sorpresa del carattere di questo fratellino o sorellina, che va interpretato sempre da zero, e prima di insegnare qualcosa noi a loro, bisogna che impariamo noi, da loro, come guidarli al meglio nei vari processi di crescita, in base alle necessità individuali. A proposito di individualità, il fatto che l'avventura di un padre sia anche quella di una madre - l'indispensabile elemento umano con il quale si è deciso di intraprendere questo lungo cammino - non dispensa l'uomo (nè la donna) dall'impegno e dalle responsabilità che singolarmente gli competono.
Formarsi attraverso la grande mole di letteratura prodotta su questi temi potrebbe essere una strategia, ma la sola teoria credo che serva veramente a poco, in quello che, a detta di chi l'ha sperimentato, viene definito "il mestiere più difficile al mondo".
Personalmente, non avendo mai indossato l'uniforme da genitore, disporrei solo delle scarse e scarne linee guida captate attraverso gli sguardi rivolti alle vite altrui. Le esperienze più significative le ho vissute confrontandomi con i miei nipoti, finchè erano piccoli, intuendo un po' quali sarebbero stati i miei limiti, e su cosa avrei dovuto lavorare se fossero stati miei figli. Ad esempio, ho potuto riscontrare una spontanea e immediata affezione verso il loro zio: a quanto sembra, con le acute e limpide percezioni proprie dei bambini, riconoscevano in me una sorta di complice, nel piccolo e meraviglioso mondo della loro infanzia. Per contro, quando cercavo, con polso delicato ma necessariamente fermo, di fargli capire dove e quando sbagliavano, non riuscivo a farmi prendere abbastanza sul serio... Poco male, quel compito non era a me che spettava, almeno non principalmente, perchè le basi di una buona educazione gliele fornivano già i genitori, com'era giusto che fosse.
Da un lato penso che, se tutti si ponessero i miei stessi dubbi, la razza umana tenderebbe all'estinzione; dall'altro credo che il ruolo di padre non si possa minimizzare, anzi, è proprio quello il momento in cui un uomo deve cercare di dare il meglio di sè.
Per quanto mi riguarda, è bene intanto che non perda di vista il mio ruolo di figlio, anche quello tutt'altro che semplice, affinchè mio padre, lassù, possa sentirsi come vorrei sentirmi io se avessi un figlio.



DOC

Lanterne per lucciole

Immagine ispiratrice, da www.flyingmouse365.com

Il Lunedì successore* era un tipo piuttosto bislacco: il ruolo di spettatore gli stava stretto, e infatti si incastrava sempre, nelle poltrone dei cinema. In ogni cosa voleva metterci del suo, o del sugo... Non v'era situazione, insomma, in cui non mettesse lo zampino, soprattutto a Capodanno, con le immancabili lenticchie. Quel giorno gli andò benone, gliene capitò uno fresco fresco lasciato da una gatta che aveva preso il largo. Per ricambiare la buona sorte, Lunedì decise di occuparsi dei micini ciechi abbandonati in una cesta sul litorale. Per fortuna, insieme allo zampino e alla cesta, la gatta premurosa aveva lasciato anche le istruzioni per l'uso. «Vado di fretta, un tetto che scotta mi aspetta! Bisogna che l'ammetta, la cosa non mi alletta, a lasciare son costretta questa cesta benedetta. Ci ho messo uno zampino con la coscetta, ma se la zampetta è un po' duretta, puoi mangiar la costoletta. Nella vaschetta c'è la forchetta, la tovaglietta e una bruschetta con l'erbetta. I micini son svezzati, ma si sono scaricati: come vedi son cecati. E' per questo che t'imploro, abbi tu cura di loro. Affinchè ciascuno veda, basterà che tu provveda a fornirgli un'energia, di qualunque tipo sia: la batteria di un cell come quattro Duracell, financo un bel pc con la porta UeSseBì».
Un vero trilemma, per Lunedì: 1) la spiaggia era desertica, e il suo cell funzionava solo a cell solari; 2) di fonti di energia elettrica neanche l'ombra, al massimo la luce; 3) lo zampino gli era rimasto sullo stomachino. Così non gli restò che sdraiarsi un po' al sole per digerire e riflettere. Tra l'altro sperava che il sole, ruttato e riflesso sui gattini, potesse far riaprire gli occhi a quelle bestiole. Ma anzichè aprirsi i loro, si chiusero i suoi, di occhi, in un sonno profondo, «più fondo del fondo degli occhi della Notte del Pianto»**.
Al tramonto, mentre il tantra di una lontra che faceva un mantra si insinuava nei suoi sogni, Lunedì ne assorbiva i benefici influssi, finchè improvvisamente si ridestò illuminato: una lucciola gli si era posata sul naso, accendendo la lampadina di un'idea sulla sua testa. Dalla testa alla cesta, dove i micini stavano accucciati in silenzio, impossibilitati ad uno scambio di vedute. Accanto a loro un barattolo di vetro, Lunedì lo prese e andò a caccia di lucciole. Ne prese trentatrè, provenienti da Trento, tutte e trentatrè trotterellando, sufficienti a elettrizzare quarantaquattro gatti, in fila per tre col resto di due. Più che soddisfatto, soddistrafatto, tornò dai micetti scarichi e gliele diede in pasto al posto della pasta. Il risultato superò qualsiasi previsione, e solo allora Lunedì si accorse di non aver fatto bene i conti: i gattini erano 4, e non 44, così tutta quell'elettricità sfogò in un corto circuito da fuochi artificiali. Dalla cesta si sprigionò un intenso fascio di luce che li sollevò in cielo, stagliando la loro sagoma nel cerchio della Luna Piena.
Lunedì, involontariamente, aveva fatto di quel Lunedì un giorno memorabile per l'intera Storia dell'umanità, perchè grazie a lui il mondo potè dare il benvenuto a una nuova banda di supereroi: i Fantastici Quattro Gatti.
C'era Mickey Cat, di Gattolinia, il cui compito era contrastare le marachelle di Pietro Zampadilegno; poi c'era Spidercat, il gattoragno che dava la caccia ai toporagni (o topiragno?); quindi l'affascinante GattaMorta, che ipnotizzava i cattivi costringendoli a farle la mano morta; infine Miaoman: le sue grandi facoltà di sociologia furono riconosciute perfino dall'esimio Bauman.
Perciò sappiate che, quando qualcuno dice «Andiamo a fare quattro passi?», e l'altro gli risponde «Macchè, ci saranno sì e no quattro gatti», è appunto a loro che quest'ultimo si riferisce.

DOC

P.S.: La colonnina di Mercurio non accenna ad abbassarsi, come avrete intuito dagli effetti collaterali. Speriamo meglio con quella di Giove.

(*) Qui mi ricollego a "Lucciole per lanterne", tuttavia entrambi i racconti possono essere letti anche singolarmente.
(**) Da "Andrea", brano di Fabrizio De Andrè contenuto in "Rimini" (1978)

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