1945/2012: Giorno della Memoria
Shoah? Non posso testimoniare. Sono tra i "fortunati" che non si trovano in quella drammatica posizione. Soprattutto sono vivo. Ma il compiacimento, se così si può definire, mi si incastra in gola: come una Sacra Sindone, riporta tutti i segni delle umane sofferenze da cui deriva.
Se di questa bilancia condivido il piatto più alto, è solo perchè quello opposto si è inabissato, spingendosi fino alla negazione del concetto di vita stesso.
Se di questa bilancia condivido il piatto più alto, è solo perchè quello opposto si è inabissato, spingendosi fino alla negazione del concetto di vita stesso.
Da un simile oblìo, nessuno può uscire vittorioso. Nè chi c'era, nè chi non c'era.
A differenza di quel passato, però, oggi sappiamo a quali rischi siamo esposti. Ed abbiamo un'arma in più, per scongiurarli: proprio quelle testimonianze, quelle urla di dolore che abbiamo ereditato e che abbiamo il dovere di trasmettere ai nostri figli, non prima di averne fatto tesoro noi stessi. Diversamente da allora, inoltre, abbiamo tutta la potenza dei mezzi di espressione e comunicazione offerti dalla moderna tecnologia: quale migliore modo per usufruirne, se non quello di dare un senso a quella orribile pagina di Storia? Pagina che, non dimentichiamolo, appartiene ad un libro che stiamo ancora scrivendo. Pagina di cui, come dicevo, non posso testimoniare.
A differenza di quel passato, però, oggi sappiamo a quali rischi siamo esposti. Ed abbiamo un'arma in più, per scongiurarli: proprio quelle testimonianze, quelle urla di dolore che abbiamo ereditato e che abbiamo il dovere di trasmettere ai nostri figli, non prima di averne fatto tesoro noi stessi. Diversamente da allora, inoltre, abbiamo tutta la potenza dei mezzi di espressione e comunicazione offerti dalla moderna tecnologia: quale migliore modo per usufruirne, se non quello di dare un senso a quella orribile pagina di Storia? Pagina che, non dimentichiamolo, appartiene ad un libro che stiamo ancora scrivendo. Pagina di cui, come dicevo, non posso testimoniare.
Ma c'è qualcosa che posso, devo, e voglio fare:
ascoltare...
Liliana Segre, dal docufilm "Volevo solo vivere"
leggere...
«(...) La Borsa è attivissima sempre. Benché ogni scambio (anzi, ogni forma di possesso) sia esplicitamente proibito, e benché frequenti rastrellamenti di Kapos o Blockälteste travolgano a intervalli in un'unica fuga mercanti, clienti e curiosi, tuttavia, nell'angolo nord-est del Lager (significativamente, l'angolo più lontano delle baracche delle SS), non appena le squadre sono rientrate dal lavoro, siede in permanenza un assembramento tumultuoso, all'aperto d'estate, dentro un lavatoio d'inverno.
Qui si aggirano a decine, colle labbra socchiuse e gli occhi rilucenti, i disperati della fame, che un istinto fallace spinge colà dove le mercanzie esibite rendono più acre il rodimento dello stomaco, e più assidua la salivazione. Sono muniti, nel migliore dei casi, della misera mezza razione di pane che, con sforzo doloroso, hanno risparmiato fin dal mattino, nella speranza insensata che si presenti l'occasione di un baratto vantaggioso con qualche ingenuo, ignaro delle quotazioni del momento. Alcuni di questi, con selvaggia pazienza, acquistano colla mezza razione un litro di zuppa, che, appartatisi, sottopongono alla metodica estrazione dei pochi pezzi di patata giacenti sul fondo; ciò fatto, la riscambiano con pane, e il pane con un nuovo litro da denaturare, e questo fino a esaurimento dei nervi, o fino a che qualche danneggiato, coltili sul fatto, non infligga loro una severa lezione, esponendoli alla derisione pubblica.
Alla stessa specie appartengono coloro che vengono in Borsa a vendere la loro unica camicia; essi ben sanno quello che accadrà, alla prossima occasione, quando il Kapo constaterà che sono nudi sotto la giacca. Il Kapo chiederà loro che cosa hanno fatto della camicia; è una pura domanda retorica, una formalità utile soltanto per entrare in argomento. Loro risponderanno che la camicia è stata rubata nel lavatoio; anche questa risposta è di prammatica, e non pretende di essere creduta; infatti anche le pietre del Lager sanno che, novantanove volte su cento, chi non ha camicia se la è venduta per fame, e che del resto della propria camicia si è responsabili, perché essa appartiene al Lager. Allora il Kapo li percuoterà, verrà loro assegnata un'altra camicia, e presto o tardi ricominceranno. (...)»
Alla stessa specie appartengono coloro che vengono in Borsa a vendere la loro unica camicia; essi ben sanno quello che accadrà, alla prossima occasione, quando il Kapo constaterà che sono nudi sotto la giacca. Il Kapo chiederà loro che cosa hanno fatto della camicia; è una pura domanda retorica, una formalità utile soltanto per entrare in argomento. Loro risponderanno che la camicia è stata rubata nel lavatoio; anche questa risposta è di prammatica, e non pretende di essere creduta; infatti anche le pietre del Lager sanno che, novantanove volte su cento, chi non ha camicia se la è venduta per fame, e che del resto della propria camicia si è responsabili, perché essa appartiene al Lager. Allora il Kapo li percuoterà, verrà loro assegnata un'altra camicia, e presto o tardi ricominceranno. (...)»
vedere...
E diffondere, per mantenerne viva la memoria.
DOC
Commenti
Concordo appieno con le considerazioni di Veronica e Vele. Vele, dici bene: Primo Levi è sublime nella sua incisività.
@Vele - Parafrasando Archimede, direi: «Datemi un Levi, e vi solleverò il mondo». Anche Paperino è d'accordo... :) Buona settimana.
@Maria - Cara Maruzza, hai il potere di farmi arrossire. Grazie infinite per il link, buona settimana.
Ciao.