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Visualizzazione dei post da luglio, 2011

Doctor Peter racconta / 12° episodio: Un colpo di vento

Gli episodi di questa serie sono autoconclusivi: possono essere letti anche singolarmente, essendo collegati tra loro solo da piccoli spunti o da personaggi già presentati. L'elenco completo delle pubblicazioni si trova in fondo.


Lunedì 18, ore nove e un minuto. Un grosso pezzo di cornicione, messo alla dura prova da una notte ventosa, si stacca dal terrazzo di un vecchio edificio. Al di sotto, nel vicolo, una donna corre inseguita da alcuni gatti, incurante dello scampato pericolo alle sue spalle.
Contemporaneamente, un signore entra in una tabaccheria anticipando un uomo dall'aspetto poco raccomandabile che si era soffermato all'ingresso, e acquista un biglietto della lotteria nazionale; uscendo, incrocia nuovamente l'uomo fermo sulla soglia, che ora entrava anch'egli intenzionato a comprare un identico biglietto. Il biglietto acquistato per prima vincerà il primo premio: ben 5 milioni di Euro, che il signore devolverà generosamente quasi per intero in beneficienza... Di sicuro, se ad acquistarlo fosse stato il cliente successivo, ovvero il tipo losco, questi ne avrebbe fatto tutt'altro uso.
Ma restiamo in quel presente. Poco distante dallo stesso luogo, un autobus viaggia regolarmente sulla strada. Qualche traversa più dietro, una ragazzina spunta a velocità sostenuta da uno stradello laterale, sulla sua bicicletta, inseguita da alcuni coetanei altrettanto incoscienti. Se il bus si fosse fermato per accogliere una signora che tutte le mattine sostava alla fermata precedente, per quelle bici ed i rispettivi conducenti l'impatto sarebbe stato fatale. Fortunatamente, quella mattina, la signora in questione non era lì.
Diversi minuti dopo e un paio di isolati più in là, un bambino rimasto da solo in casa risponde al citofono un po' seccato, perchè interrotto nella fase più critica del suo amato videogioco. Chiuso il citofono, passando vicino alla cucina, si accorge dall'odore che la madre, uscendo, aveva dimenticato un fornello aperto. Si affretta a chiuderlo, apre tutte le finestre per fare uscire il gas, e pensa bene di spegnere la candela che nel soggiorno illuminava il ritratto del suo povero papà.
Il giorno dopo, una ragazza che abitava ancora più avanti e che faceva la segretaria, riceve una circolare nel suo ufficio. In sostanza le viene comunicato che, nonostante l'azienda fosse stata ceduta a nuovi proprietari, le sarebbe stata garantita la continuità del rapporto di lavoro. In futuro i titolari entranti non solo manterranno la promessa, ma valutandone le capacità le aumenteranno lo stipendio e le riserveranno particolare rispetto e gentilezza. E pensare che, appena il giorno prima, lei si era recata all'ufficio postale per inviare le sue dimissioni, perchè - malgrado avesse davvero bisogno di quel posto -non riusciva più a sopportare nè i soprusi dei capi precedenti, nè il mìsero compenso che le passavano. Fortuna che quella raccomandata non arrivò mai a destinazione.


Stesso lunedì 18, nove del mattino in punto. La signora Collins esce di casa per il consueto giro di faccende quotidiane, che cominciava sempre con un nobile gesto: lasciare un piattino di avanzi ai cinque gattini randagi che sostavano nel vicolo. Quella volta però qualcosa andò storto: un dispettoso colpo di vento solleva il piatto di plastica, che prende a ruotare ritto in equilibrio lungo il marciapiede. La donna si lancia all'inseguimento, mentre dietro di lei i mici approfittano del cibo sparpagliato. Il piatto termina la sua corsa sulle scarpe di un brutto ceffo che si apprestava ad entrare nella tabaccheria. Questi lo prende e lo restituisce alla signora, con un gesto di stizza per il "fastidio" recatogli.
La signora Collins ringrazia e riprende il suo cammino. Girato l'angolo, mentre getta il piatto nella spazzatura, vede l'autobus che avrebbe dovuto prendere sfilarle proprio davanti. Quel colpo di vento non ci voleva proprio, a causa di quell'imprevisto ora le sarebbe toccato proseguire a piedi, perché se avesse atteso la corsa successiva non avrebbe fatto in tempo a completare il suo giro di commissioni prima di mezzogiorno e quindi tornare a casa per preparare il pranzo. Malgrado una certa fretta, decide di fermarsi a citofonare ad una sua amica, una donna che - da quando aveva perso il marito - la si vedeva uscire raramente. Risponde il figlio undicenne, e le dice che sua madre era uscita poco prima. Un po' delusa, la signora Collins continua a camminare, finchè raggiunge la sua prima tappa, l'ufficio postale. Non era quello centrale, ma per spedire una raccomandata andava ugualmente bene. Davanti a lei una fila di tre persone, dietro una ragazza dall'espressione triste e pensierosa. Dopo aver servito la signora Collins, l'impiegato si scusa con la signorina seguente dicendole che non potrà più effettuare alcuna operazione perchè il terminale era andato in tilt. Lei saluta garbatamente e se ne va, con l'aria più affranta di quando era entrata.
Per il resto non c'è molto da raccontare... La signora Collins riesce a sbrigare tutti gli altri servizi in tempo, e incontra anche l'amica che aveva cercato al citofono, con cui condivide gli ultimi impegni e il ritorno in autobus. Arrivata a casa, prima di entrare a preparare il pranzo, volge uno sguardo ai gattini nel vicolo, e si chiede il motivo di tutto quel calcinaccio sparso sul marciapiede. Poi guarda il cielo e pensa: «Meno male, il vento sta calando».

Libertà dedicate...



"Che bella Libertà"
Renato Zero, 1982
(...a una grande Amicizia)


Dove sei
Libertà
Ubriaca di parate e di bandiere...
Chi dirà…
Che il silenzio in fondo è libertà...
Chi dirà...
Che di troppa libertà si muore...
Qui in città
Tutto va...
Tutto va, se non si arrestano i motori.
Mentre poi,
Libertà, non si respira mai!
Chi lo sa
Quanto costa fare andare il cuore...
E pagherò i miei debiti,
Voglio acquistare solo cieli limpidi,
Tentare ancora di confondermi,
Con le montagne, con il mare, con chi sia...
Con questa vita ritornare in sintonia...
Fare l’amore con chi voglio io...
Avere un sogno che sia solo mio...
Ridere o piangere soltanto se mi andrà!
Usciamo fuori, non restiamo chiusi qua...
Nelle prigioni di cristallo
In questo mondo, sempre quello... che bella Libertà!
Pioverà...
Non pioverà...
Anche qui, qualcuno ha già previsto tutto.
Ma chi è
Questo dio che poi quel Dio non è!
Come può...
Un uomo solo fare tanto male.
Mentre poi, Libertà
Non ci somiglia mai.
Chi lo sa,
Quanto costa fare andare il cuore.
Il mondo sfoggia i suoi tentacoli,
Vite vendute senza troppi miracoli...
Un ululare di sirene e poi...
Solo domani scopriranno tu chi sei.
Sui muri la tua rabbia scrivi tu...
Quello che ami, è ciò che odi di più.
Cerchiamo un posto a questa Libertà,
Vestirla, amarla, andarci a letto, e chissà...
Chissà non torni un’altra volta Libertà,
questa tua voglia di abbracciarmi,
Questa mia voglia di seguirti.
Che bella Libertà!




"Liberi Liberi"
Vasco Rossi, 1989
(...a un grande Amore)


Ci fosse stato
Un motivo per stare qui
Ti giuro sai
Sarei rimasto sì
Son convinto che se
Fosse stato per me
Adesso forse sarei laureato
E magari se "lei"...
Fosse stata con me
Adesso...
Sarei sposato!
Se fossi stato,
Ma non sono mai stato così;
Insomma dai
Adesso sono qui!
Vuoi che dica anche se
Soddisfatto di me
In fondo in fondo non sono mai stato
"Soddisfatto" di che
Ma va bene anche se
Qualche volta mi sono sbagliato
Liberi liberi siamo noi
Però liberi da che cosa
Chissà cos'è? Chissà cos'è!
Finché eravamo giovani
Era tutta un'altra cosa
Chissà perché? Chissà perché!
Forse eravamo "stupidi"
Però adesso siamo "cosa"...
Che cosa ...che? ...che cosa ...se!?
"Quella voglia", la voglia di vivere
Quella voglia che c'era allora...
Chissà dov'è! Chissà dov'è!?
Che cos'è stato
Cos'è stato a cambiare così?
Mi son svegliato, ed era tutto qui.
Vuoi sapere anche se
Soddisfatto di me
In fondo in fondo non sono mai stato
"Soddisfatto" di che
Ma va bene anche se...
Se alla fine il passato è passato!
Liberi Liberi siamo noi
Però liberi da che cosa
Chissà cos'è? Chissà cos'è!
E la voglia, la voglia di ridere
Quella voglia che c'era allora
Chissà dov'è? Chissà dov'è!
Cosa diventò, cosa diventò
Quella "voglia" che non c'è più
Cosa diventò, cosa diventò
Che cos'è che ora non c'è più
Cosa diventò, cosa diventò
Quella "voglia" che avevi in più
Cosa diventò, cosa diventò
E come mai non ricordi più...



"La Libertà di volare"
Nomadi, 2000
(...a chi non crede nella Libertà)


Dimmi cosa vuoi fare,
È come stare alla catena.
Senza saper dove andare,
E respirare a malapena.
Aspetti ancora un sorriso, che ti permette di sperare.
Che ti fa sentire vivo, fedele alla tua linea e continuare
Ma ti piacerebbe fuggire lontano
E fermare chi si è permesso...
Di legare ad un muro le tue speranze
Per provare qualcosa a se stesso.
E allora tiri di più... e ti arrabbi di più
Vivi, corri per qualcosa, corri per un motivo...
Che sia la libertà di volare o solo per sentirsi vivo...
Corri per qualcosa, corri per un motivo...
Che sia la libertà di volare o solo per sentirsi vivo...
Vedrai che prima o poi
Qualcuno verrà di sicuro a liberarti.
Vedrai che ce la farai...
Non è detto che per forza devi fermarti.
E allora scoprirai che questo tempo che passa
Ricopre tutto ciò che ti resta
E che per avere la libertà
Dovrai per forza chinare la testa
Ma non è questo che vuoi... tu dimmi è questo che vuoi...
Vivi, corri per qualcosa, corri per un motivo...
Che sia la libertà di volare o solo per sentirsi vivo...
Corri per qualcosa, corri per un motivo...
Che sia la libertà, di volare o solo per sentirsi vivo...





DOC

Anjeza Gonxhe Bojaxhiu: «Tieni sempre presente...»


Sandro Pertini e Madre Teresa di Calcutta
Sandro Pertini e Madre Teresa di Calcutta - © Presidenza della Repubblica


Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni.

Però ciò che é importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.

Dietro ogni linea di arrivo c`è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c`è un`altra delusione.
Fino a quando sei viva/o, sentiti viva/o.

Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite...
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.

Non lasciare che si arruginisca il ferro che c`è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.

Quando a causa degli anni
non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!

Madre Teresa

DOC

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