Cosa resterà di questi anni 60?


Cimitero degli animali estinti
Cimitero degli animali estinti

Parafrasando la bella canzone di Raf e senza nulla togliere agli indimenticabili anni '60 (e successivi) del secolo scorso, vorrei oggi parlarvi degli "anni sessanta" intesi come i primi 60 anni del duemila.
Nel 2060, se tutto va bene, potrei essere ancora vivo, anche se per poco. La stessa prospettiva non è del tutto applicabile, a quanto pare, al mondo animale e vegetale.

«Allo stato attuale abbiamo perso porzioni rilevanti di specie animali e vegetali, con conseguente perdita di biodiversità o diversità genetica. Se si continua così una gran parte di ciò che resta scomparirà entro i prossimi 50 anni».

Questo inquietante allarme, tratto dal sito del WWF, sembra descrivere uno scenario fantascientifico. Purtroppo non è così, questa volta la realtà sta superando ogni futuristica fantasia, visto che gli anni a cui si riferisce non appartengono ad un lontano domani, ma sono proprio quelli dell'epoca che ci vede coinvolti.
L'interessante articolo - di cui ho riportato solo uno stralcio - prosegue parlandoci di biodiversità, termine che rimanda al fondamentale ruolo che riveste ogni singolo essere (ancora) vivente sul nostro pianeta: ruoli specifici e indispensabili per scongiurare il pericolo di un arresto del "magico" e complicato meccanismo della vita.

«E' un problema talmente grave che anche l'ONU è scesa in campo: ridurre la perdità di biodiversità del nostro Pianeta è l'obiettivo che si è data e che tutti i Paesi del mondo hanno sottoscritto in occasione della Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica e del summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile».

L'articolo si conclude così, con un ottimistico spiraglio di speranza. Ma noi, nel nostro piccolo, come possiamo contribuire per frenare questo malsano processo? Il WWF ci propone di diventare soci e appoggiare le loro iniziative con donazioni, e forse si tratta della via più diretta ed efficace, ma io penso che prima ancora sia necessaria una vera e propria presa di coscienza.
Come affrontare un problema se neanche sappiamo che esiste o ne conosciamo solo marginalmente i connotati? Dovremmo, a mio modesto avviso, attivarci innanzitutto attraverso l'informazione (i mezzi - internet su tutti - fortunatamente non ci mancano); quindi munirci di buonsenso, e prodigarci quotidianamente in difesa della natura (flora, fauna, ma anche atmosfera) che ci circonda: in fondo è della nostra sopravvivenza che stiamo parlando. Non dimentichiamo, senza animali e senza piante la razza umana su questa terra non sarebbe neanche germogliata.

DOC

Commenti

SaraHermit ha detto…
Doc io ho molto a cuore questo problema, e sono daccordo con te quando dici che dovremmo divulgare informazioni, e che con l' arrivo di internet è stato più semplice farlo. Ma chi firma quelle petizioni (me compresa) che arrivano via mail su animali catturati e poi uccisi a bastonate o abbattimenti di intere foreste per edificare un nuovo centro commerciale, non hanno portato mai a nulla. Ti salgono addosso con le ruspe se vai a protestare, puoi firmare tutte le petizioni che vuoi. ma quanto è realmente cambiato dopo queste denunce?
Charmless Man ha detto…
Sempre interessanti i tuoi pos doc. Sempre sempre sempre.
Io amo la natura,la campagna,osservare il vento che sposta le fogliedegli alberi.Il profumo dell'erba...gli animaletti che scorrazzano tra un prate e un altro. Qua a Catania come tutto il mondo del resto ci sono sempre meno occasioni di vedere tutte quelle cose appena elencate. Vuoi per le costruzioni di edifici e centri commerciali che spuntano come funghi ogni giorno..vuoi per la sporcizia e la strafottenza dell'essere umano.
Proprio l'altro ieri in un giornale locale c'era un articolo su un parco di Pedara..piccolo paesino vicino l'Etna...ridotto in uno scempio,una vera e propria discarica..rottami d'auto,spazzatura e quant'altro.
Purtroppo le denunce,gli articoli,le propagande sull'ambiente servono a poco. L'uomo nelle mani ha la vita di questa terra ...e sappiamo tutti come sta andando a finire.
gattonero ha detto…
Le risoluzioni dell'ONU lasciano il tempo che trovano.
Ne abbiamo sulla fame nel mondo, sulla denuclearizzazione, sul debito dei paesi poveri, sulla Palestina...
Valgono quanto gli appelli del Papa.

Se i singoli non prendono atto che se non si cambia radicalmente il modo di vivere la vita, questa terra è destinata a morire.
Ma dovrebbe essere una presa di coscienza di miliardi di individui, per ottenere almeno un rallentamento alla corsa verso la fine.
Gli stessi miliardi di persone che, al suono dell'immancabile orchestrina, sono impegnati in guerre, in perforazioni scriteriate alla ricerca di fonti d'energia, alla scoperta di nuovi virus che uccidono umani-flora-fauna come fossero nidi di formiche...
Il rischio è ben conosciuto; e ignorato, con la speranza di un errore di valutazione da parte di chi lancia gli allarmi.
Come se fossero favole i segnali che la terra ci manda, ormai ogni giorno.
Una per tutti: l'indifferenza generale e lo sconforto NON possono essere una valida giustificazione per lasciarsi trasportare da questo dannato vortice. Ma le "palle" ce l'abbiamo, per sopravvivere, oppure no? Ditemelo voi. Ditemi se io posso andar fiero di una generazione di smidollati (me compreso) e terminare la mia vita con la coscienza pulita. Se qualcuno se n'è fottuto e continua a strafottersene delle sorti del pianeta, delle NOSTRE sorti, delle sorti dei NOSTRI FIGLI E NIPOTI E... COSI' VIA, vi sembra bello proseguire in questa direzione? A me no. A me fa paura. A me dispiace. E probabilmente anche a voi. Il mio vicino, Sabato scorso, è andato a caccia. Mi chiedo di che cosa.
Maridasaro ha detto…
"La decrescita è elogio dell’ozio, della lentezza e della durata; rispetto del passato; consapevolezza che non c’è progresso senza conservazione … non chiamare consumatori gli acquirenti, perché lo scopo dell’acquistare non è il consumo ma l’uso; distinguere la qualità dalla quantità; desiderare la gioia e non il divertimento; valorizzare la dimensione spirituale e affettiva; collaborare invece di competere; sostituire il fare finalizzato a fare sempre di più con un fare bene finalizzato alla contemplazione. La decrescita è la possibilità di realizzare un nuovo Rinascimento, che liberi le persone dal ruolo di strumenti della crescita economica e ri-collochi l’economia nel suo ruolo di gestione della casa comune a tutte le specie viventi in modo che tutti i suoi inquilini possano viverci al meglio." Sono parole di Maurizio Pallante, un tizio che ho incontrato ormai un pò di volte e che ha fondato il movimento per la decrescita. In un pianeta finito, non possiamo andare avanti con un sistema economico che postula la crescita infinita delle merci. E' da pazzi. Caro Peter, nel 2060 (sigh!) non ci sarò (questo prova, doppio sigh!) che sono meno giovane di te: ma voglio mettercela tutta per lasciare ai ragazzi un mondo vivibile. Ciao!
Ecco una persona che non ha bisogno di essere sollecitata alla sensibilità verso l'ambiente, visto che ne ha fatto una delle principali ragioni di vita. Un esempio? Prendete esempio. Grazie Maria, a nome di tutti gli esseri viventi.

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