Voglio sapere tutto

Voglio sapere la mia distanza dalle stelle, ma non posso permettermi - carissima Anima Fragile di De Andrè - di assumere un cannibale al giorno affinché me la insegni.
Voglio sapere perché, indipendentemente dalla loro grandezza, le galassie ruotano tutte alla stessa velocità, ovvero al ritmo di un misterioso orologio cosmico.
(La scoperta è di poche settimane fa, QUI il documento integrale dello studio, in lingua inglese, ad opera dell'ICRAR, International Centre for Radio Astronomy Research).
(La scoperta è di poche settimane fa, QUI il documento integrale dello studio, in lingua inglese, ad opera dell'ICRAR, International Centre for Radio Astronomy Research).
Voglio sapere i prossimi numeri che appariranno sul tabellone del lotto. Anche solo una ruota, così, giusto per curiosità.
Voglio sapere perché molti temono il peso degli anni: in fondo basta abbassare il livello di difficoltà nei videogiochi...
Voglio sapere quando smetterò di pormi domande. Ovvero, il giorno e l'ora esatta in cui morirò. Non voglio farmi cogliere impreparato, magari spettinato. Devo recuperare tutti i baci e gli abbracci non dati, insieme a quelli non ricevuti. E poi dire a certe persone ciò che penso di loro. E voglio sapere anche cosa accadrà dopo, per capire se è il caso di affittare un abito elegante, oppure non vestire affatto: chiudere il cerchio, congedarmi allo stesso modo di quando son nato, nudo come mamma mi ha fatto.
Voglio sapere, e non "vorrei". In molti casi ritengo che mi spetti di diritto. E non m'importa se con orgoglio e rigoglio il germoglio dell'erbavoglio cresce solo nel giardino del re: che senso ha festeggiare la ricorrenza del 2 giugno, se poi non legalizzano l'erba?
Voglio sapere, a proposito, perché i giornalisti abusano del condizionale. Ad esempio: «Il cervo sarebbe stato trovato moribondo nel bosco nei pressi di Mesocco, con l'uomo che gli avrebbe dato da mangiare per alcuni giorni. Quando sembrava che si stesse riprendendo, la tragica scoperta: sarebbe infatti stato soppresso dai guardiacaccia, per la delusione di tanti abitanti della zona che già speravano in un lieto fine» (da QUI). Allora: se sai per certo ciò che è accaduto ce lo racconti usando il passato, altrimenti taci: ciò che non si sa per certo non è una notizia, ma solo fuffa mediatica. Sono sicuro che se venisse bandito l'uso del condizionale l'80% delle notizie svanirebbe magicamente, a vantaggio di una sana informazione e di una sensibile riduzione di quel nocivo senso d'incertezza che caratterizza la nostra epoca.
Voglio sapere se "account" significa "caccia" (H + unt = 'Hunt', in inglese 'Caccia', per l'appunto). Ne ho aperti a decine, ma io aborro la caccia: se così fosse, mi toccherà chiuderli e implorare il perdono del regno animale.
Voglio sapere chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdámmoce 'o ppassato, simmo 'e Napule paisá!
Voglio sapere perché i classici tovagliolini da bar debbano essere così scivolosi: lo zucchero a velo del cornetto, anziché aderirvi, impiastriccia il grugno per poi nevicare sui monti pettorali e/o sopra la pancia (la capra campa).
Voglio sapere perché, quando esco senza aver consultato il meteo, immancabilmente piove. Fantozzi non c'è più, altrimenti l'avrei chiesto a lui.
Voglio «sapere chi ha detto che non vivo più senza te... Matto, quello è proprio matto perché forse non sa che posso averne una per il giorno, una per la sera, però quel matto mi conosce perché ha detto una cosa vera». ("Dieci ragazze per me", Battisti/Mogol, 1969).
Voglio sapere come fanno i moscerini a intrufolarsi senza invito nel mio frigorifero. L'ho già detto e lo ribadisco: io gli insetti non li mangio.
Voglio sapere se esiste un pianeta i cui abitanti non sono maniaci del calcio e/o del football. Mi ci fionderei, sono certo che riuscirei finalmente a socializzare con i maschietti coetanei, persino da alieno ai loro occhi, molto più che con i terrestri.

Ad esempio, prometto la massima condivisione: metterei in rete un Super-Google, riversandovi tutte le risposte. Perché tutti, l'umanità intera vuole e vorrà sapere. O meglio, tutti noi dobbiamo sapere. Da subito. Tutti promossi a tutte le classi di tutte le scuole, meritevolmente parlando.
Tacciatemi pure di eresia, ma non possiamo permettere che l'Intelligenza Artificiale, un giorno (già oggi), possa saperne più di noi. Bisogna che questo miracolo accada, perché quel poco che sappiamo basta solo per capire che all'imminente sottomissione non abbiamo alternative. E quindi, pregate con me: «Voglio sapere!»
DOC
In apertura: un pensatoro, ovvero "El Toro Pensador" ("Il Toro Pensatore", Las Rambla, Barcellona, Spagna), opera di Josep Granyer che fa il verso alla più celebre scultura "Le Penseur" ("Il Pensatore", qui sopra) di Auguste Rodin.