E quindi, per un giro di giostra intorno al sole che se ne va, uno nuovo ne arriva. Ci meravigliamo di come possano i moscerini piroettare intorno alle lampadine senza sosta... E noi? Non giriamo costantemente intorno ad una lampadina? Senza contare che nel contempo ci tocca pure ruotare attorno all'asse terrestre! E ancora, sulla terra camminare, correre. E allora sì, è proprio il caso di festeggiare, perché la fine di un anno corrisponde a circa 940.000.000 km. percorsi da ciascuno attorno al sole, alla velocità di 30 km. al secondo, su una palla che nel frattempo gira 365 volte su se stessa. Il più sedentario degli esseri umani, cosmonauta suo malgrado, risulta quindi campione olimpionico. E se moltiplichiamo le cifre appena snocciolate per l'età, vien fuori che più si è vecchi più si è eroi.
Eroi sono i pastori del Tusheti, Georgia settentrionale, che ogni autunno scortano 1.200 tra pecore e capre verso i pascoli invernali, attraversando territori montuosi tra i più impervi della terra. [Foto: Amos Chapple]
Eroi sono i 600.000 rifugiati Rohingya, popolo musulmano in fuga dalle violenze nello stato birmano del Rakhine, a settembre e ottobre di quest'anno costretti ad attraversare con ogni mezzo, ovvero senza mezzi, il Bangladesh in cerca di aiuto. [Foto: Reuters]
Ed eroi sono i Siriani sopravvissuti ad oltre 6 anni di conflitto: migliaia di famiglie che ancora risiedono nell'area distrutta di Damasco, e che fanno del loro meglio per dare ai propri figli la possibilità di imparare. [Foto: Getty]
Tornando a noi, per gli esempi riportati sarebbe forse più opportuno parlare di "supereroi". Come dicevo, infatti, eroi lo siamo già tutti, se ci consideriamo equipaggio di una nave terra che naviga nello spazio. E insieme allo spazio, a sottoscrivere il nostro attestato di eroi, concorre il tempo. Quanti secoli, quante epoche - assurde, contraddittorie, mai in discesa - abbiamo attraversato, per conquistare questo presente e tentare di assicurarci un futuro!
Riassumendo, potremmo quindi dire che la Storia dell'uomo è costellata sì di supereroi, ma alla base resta l'indispensabile elemento umano, nella sua semplicità di eroe "quotidiano". Testimone dello spazio e del tempo, eroe già per questo, ognuno poi ci mette del suo: dalle azioni dettate dalla sopravvivenza (guadagnarsi la pagnotta), a tutto ciò che può e vuole fare per arricchire l'esperienza di vita propria, e - bonus extra di eroismo - la vita altrui.
Eroi figli di eroi, ed eroi persino prima di nascere. Non è forse eroe lo spermatozoo che, impegnato nella sua sfrenata corsa all'ovulo, batte in volata centinaia di milioni di suoi simili? E non è altrettanto eroe l'ovulo, che poi si deve far carico di tutto il resto?
A questa figura, all'eroe che si cela in ciascuno di noi, vorrei quindi rivolgere i migliori auguri per un Nuovo Anno da Eroi: lontano dai deliri di onnipotenza, sia ben chiaro, ma carico di una sana consapevolezza di sé.
DOC
In apertura e chiusura scene dal film "2001: Odissea nello spazio", di Stanley Kubrick.
Nina Hagen: nome d'arte di Catharina Hagen (Berlino Est, 11 marzo 1955), cantautrice, musicista e attrice. Segue un omaggio all'esuberante carriera dell'artista, attraverso una personale selezione di immagini e video. In chiusura un breve servizio di Euronews la ritrae, per quanto possibile: la camaleontica "madrina del punk" non si lascia scolpire tanto facilmente...
1978
"Pank" | 🕑 1:49
1979
"Naturträne" | 🕑 4:06
1985
"African Reggae" | 🕑 5:10
1998
Da "Sci-Fright", serie tv britannica | 🕑 0:24
2004
"Somewhere over the rainbow" | 🕑 4:38
2011
Intervista e lancio di"Volksbeat", ad oggi suo ultimo album | 🕑 4:27
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Grazie a tutti, siete stati fantastici! Vi aspetto domani alla stessa ora, DICiassette e DICiassette del DICiotto DICembre 'DICiassette, e ovviamente alla serata finale di martedì DICiannove DICembre 'DICiassette, sempre alle ore DICiassette e DICiassette. Andate in pace e guardatevi dai preDICatori dell'unDICi, doDICi, treDICi, quattorDICi, quinDICi e seDICi: ricordate che solo in principio conta il DIC, perché la fine spetta a...
Colgo l'intrigante invito dell'amica blogger Santa ("La Santa Furiosa", vedi QUI) che ringrazio calorosamente, e contribuisco al [TAG] a tema lanciato nello storico (since 2006) blog di MikiMoz ("Moz O' Clock", QUI) dallo stesso autore, a cui rimando per le poche regole di base. Tra queste, si richiede a ciascun partecipante di taggare altri cinque amici: per quanto mi riguarda, rilancio un tag all'amica blogger Vele ("Colorare la vita", QUI), che mi pare non sia stata ancora nominata, nella speranza possa farle piacere. I restanti tag li lascio a disposizione dei miei pochi ma buoni follower, con estensione ad eventuali nuove affiliazioni, senza confini di tempo o di spazio dunque: dite pure che vi mando io.
L'avventura fa '90. Entrando nel vivo del tema, i mitici - unici - mai troppo vecchi anni novanta (dello scorso fine millennio, intendo, nel caso mi leggeste dal 2100 in poi) hanno rappresentato un periodo particolarmente intenso della mia vita, oltre che fervido di per sè.
Dal momento che si richiede una retrospettiva strettamente personale, aspettatevi un po' di tutto e un po' di niente. Pronti? «Squilli di trombe...» anzi no, di "trump" ne abbiamo già abbastanza... più semplicemente «Sipario!»
🎶 MUSICA 🎶
Sound italiano. Il meglio di sè Vasco Rossi lo aveva già onorato alla grande, al pari di Lucio Dalla, e a differenza di Franco Battiato che - anche se aveva allietato le mie più tenere età come i primi due - in quel periodo continuò a sfornare perle brillanti per qualità costante, nel suo delizioso e sempre più raffinatostile alternativo. Grazie anche alla felice collaborazione col filosofo/poeta Manlio Sgalambro, sbocciata proprio in quegli anni, Battiato seppe andare anche oltre senza mai sprecarsi, tanto da risultare - nei miei anni '90 - "solo" Di Passaggio...
Nella mia personale e nostalgica teca d'epoca, caratterizzata dall'ampia varietà di ricordi e di umori associati ai singoli brani, tra gli artisti connazionali - oltre a Battiato - custodisco con affetto speciale: CSI (Consorzio Suonatori Indipendenti - ex CCCP), Litfiba, Fabrizio De Andrè nel midollo, con annesso profondo dolore per la scomparsa dell'11/1/1999. Imbarcandosi sulle onde dei mari celesti, fu proprio lui - nei miei confronti a pieno diritto, benché non avrei mai voluto che ci lasciasse così presto - a serrare metaforicamente la porta di un decennio che - come le sue canzoni - non dimenticherò mai.
Voltiamo pagina. Nei primi anni '90 andava forte anche un italianissimo (in virtù dei vari dialetti regionali) mix di rap, hip hop, reggae e raggamuffin che ebbi modo di apprezzare anche attraverso l'esibizione dal vivo delle migliori band del mo(vi)mento - Africa Unite, Sud Sound System, 99 Posse, Papa Ricky, Frankie HI-NRG e molte altre - tutte riunite in un unico evento della durata di quattro giorni, incastonato nella meravigliosa cornice naturale del lago Ampollino, sui monti della Sila in Calabria. Musica, campeggio e cazzeggio in compagnia dei miei migliori amici a godere di una genuina e azzeccata atmosfera "Flower Power". Segue biglietto d'ingresso e breve clip d'assaggio.
Musica straniera.Freddy Mercury (Queen) nel '91, e Kurt Cobain (Nirvana) nel '94, stufi d'aspettarmi, li persi per sempre. Imparai la lezione: quanto restava di stimolante per le mie papille gustative musicali lo bevvi in un avido sorso d'annata (1995), come testimoniano alcuni biglietti di live e rave-party che ancora oggi conservo.
Ops... Quasi dimenticavo gli sfavillanti Red Hot Chili Peppers, in quegli anni un vero e proprio "colpo di fulmine", che continuo a coltivare con la stessa passione di allora e che spero prima o poi di riuscire a vedere dal vivo. Ma le omissioni, inevitabilmente, sono tante...
🎥 FILM 🎬
Salto a piè pari la sezione "cinema" prevista dal tag, perché - se ben ricordo - dopo il 1989 e prima del 2000 disertai. Evidentemente, in quegli anni ero troppo impegnato sul mio set personale aldilà del grande schermo, ovvero nell'interpretazione della parte generosamente assegnatami dal sommo Regista. A pensarci meglio, più di una capatina al cinema l'avrei sicuramente fatta, se non avessi avuto il comodo supporto tecnologico dell'allora indispensabile e oramai obsoleto VHS. Tra registrazioni dalla TV, film a noleggio, acquisti in edicola e alcune chicche da collezione, l'home-video mi appassionò a tratti anche febbrilmente. Genere mio prediletto in quegli anni era l'horror, di vecchio e nuovo stampo, nelle sue varie declinazioni, una su tutte: il genio David Cronenberg metteva in scena esattamente il tipo di buio in cui adoravo perdermi. Intercettato dalla mia sete di paura e di effetti speciali, il suo talento trasversale - scoprii - era capace di esprimersi alla grande con qualsiasi genere si confrontasse. Tralasciando "Crash" del '96, a mio avviso troppo narcisistico e fine a se stesso, cito le altre pellicole del regista nel decennio (ma prima e dopo non è certo da meno, anzi): "Il pasto nudo" (fantahorror, '91), "M. Butterfly" (drammatico, '93), eXistenZ (fantascienza '99).
Non solo Cronenberg, ovviamente: i cult del periodo (ma anche vari gioiellini annusati qua e là), dal capolavoro "Forrest Gump" (Robert Zemeckis, '94) all'esilarante "Il grande Lebowski" (fratelli Coen, '98) passando per il meritatissimo triplo-Oscar "La vita è bella" (Roberto Benigni, '97), li vidi un po' tutti. Le decine di videocassette, invece, le buttai via anni dopo, forzato da un trasloco e dalla consapevolezza che - in ogni caso - avevano fatto il loro tempo; ma le anime di quei film restano vive, dentro di me prima che sui moderni supporti digitali.
📘 LIBRI 📚
👇 Vedi "Comics".
💭 COMICS 💬
👆 Vedi "Libri". Scherzetto... Il fatto è che gli uni e gli altri portano la firma del medesimo autore, della cui letteratura - da buon horrorofilo - mi ero infatuato: Tiziano Sclavi. Riguardo ai libri, li collezionai e li lessi praticamente tutti, con menzione speciale per "Dellamorte Dellamore" (1991), ripescato dall'autore dopo il "mostruoso" successo ottenuto dal noto personaggio dei fumetti ispirato proprio da quel romanzo cinque anni prima. Segue foto-ricorDOC.
Riguardo ai fumetti, è forse inutile specificare che il personaggio a cui mi riferivo porta il nome di Dylan Dog: un vero e proprio fenomeno editoriale esploso alla fine degli anni '80, che nei '90 (e oltre) raggiunse altissimi livelli di popolarità. Il suo papà Tiziano Sclavi si alternava a un brillante staff di autori per i soggetti, che il talento di bravissimi disegnatori - il mio preferito Corrado Roi, ne parlo QUI - interpretava magistralmente. Saggia intuizione dell'editore Bonelli, a cui va il duplice merito di aver risollevato ancora una volta il fumetto come forma d'arte in sè, e nel contempo il genere horror ben al di sopra della mediocrità. Personalmente mi affrettai a recuperare i primi numeri originali, per poi continuare la collezione con costanza e perseveranza, fino all'albo mensile n°200 datato aprile 2003. A corredo vi erano tutte le uscite fuoriserie, albi giganti, poster, gadget, libri, riviste, praticamente tutto ciò che venne dedicato all'Indagatore dell'Incubo fino a quel momento. Dieci anni dopo decisi a malincuore di dare via tutto, prima che si sciupasse, lanciando sul web questo banner:
Intercettai quindi un collezionista disposto a scambiare quella preziosa carta stampata con altrettanto preziosa carta moneta, 1.500 euro che accontentarono entrambi. Oggi? Mi restano solo poche foto... eccone un paio: il mitico numero 1 (ottobre '86, prezzo di copertina 1.300 lire), e lo stesso riprodotto in miniatura (edizioni Lo Scarabeo).
Tornando per un attimo ai libri, seguire Dylan Dog mi diede modo di cogliere le innumerevoli citazioni e segnalazioni contenute negli albi stessi e negli approfondimenti delle uscite speciali (fonte preziosa, in questo senso, il pregevolissimo "Almanacco della Paura"). Ricordo ad esempio un'antologia dal titolo "Tutte le storie di Frankenstein", in cui diversi autori si misuravano con il mostro più famoso del mondo, ciascuno a modo suo e tutti capaci di sorprendere.
Chiudendo invece il discorso fumetti, quando mi avanzava qualche spicciolo sperimentavo le novità Bonelli del periodo, quali "Nathan Never" (fantascienza), "Julia" e "Napoleone" (giallo), albi davvero squisiti per cura sopraffina, soprattutto nei primi 12/24 mesi d'esordio.
🎲 GIOCHI 🎱
Classici fuoritema in quanto senza tempo: qualche partita a dadi (Yahtzee) a casa di un'amica, qualche pokerino a casa di un amico, qualche tiro a biliardo in compagnia. E la mia prima - probabilmente unica - esperienza di Casinò (su invito, in terra straniera). Una bolgia dantesca! Morti viventi, questa volta reali, in abito chic severamente obbligatorio che mi toccò persino noleggiare, a rimpinzare decine di diaboliche macchinette mangiasoldi... In compenso vinsi alla roulette 😊! Le foto mi mancano, recupero dal web:
Più ricca e articolata, ma relativa ai miei anni '70 e '80, è la sezione a tema che sviluppai nel post "Le stanze dei giochi", cliccabile QUI.
👾 VIDEOGAMES 💥
Non ai livelli degli anni '80, ma le monete nei flipper e nei cabinet delle sale giochi continuavo a inserirle, anche se con frequenza sempre minore: cominciavo a capire (era ora, direi) che potevo investirle in qualcosa di più appagante o necessario. Riguardo alle console, a parte la grezza Mattel "Intellivision" consumata nel decennio precedente, non hanno mai fatto breccia in me. In ambito casalingo, la mia passione per i videogiochi si era manifestata attraverso i computer - inizialmente Sinclair "ZX Spectrum", Commodore "Vic 20", "64", "Amiga", - fino all'avvento dei PC degni di tale nome, che mi elettrizzarono - ludicamente e non - a partire dal '96. Tra le tante modalità di interazione che si avvicendavano, il mio genere favorito fu da subito lo "Sparatutto in Prima Persona", o FPS (First Person Shooter). A fare la differenza rispetto alle altre categorie di giochi non fu certo la "violenza", visto che comunque si lottava e si sparava diffusamente anche in moltissimi altri, ma la prospettiva: la visuale in prima persona, unitamente all'audio in cuffia e alle braccia tese in avanti sulla tastiera con le mani che rispuntavano nello schermo come se mi appartenessero, generava una "full immersion" nella dimensione fantastica come nessuna altra modalità era capace. Meraviglia delle meraviglie, da allora potei quindi tuffarmi nelle mie ambientazioni predilette - horror, fantasy, fantascienza - in una più suggestiva e soggettiva veste di protagonista; e se parlo al passato è solo contestualmente al post, perchéla mia preferenza non è mai cambiata, fino agli avanzatissimi scenari disponibili oggi. DOOM, lo spassosissimo Shadow Warrior (sotto), Heretic e Quake i primi compagni di una lunga serie che continua a promettere evoluzioni da brivido.
📺 TELEVISIONE 🎼
Già alla fine degli anni '80 la Tv cominciò a stufarmi; tuttavia non ho mai smesso di gettarvi l'amo, traendone sporadiche soddisfazioni in termini d'intrattenimento. Degli anni '90 ricordo in particolare: i video musicali di una irripetibile MTV d'epoca; la comicità graffiante di "Avanzi" e le chicche cinematografiche proposte la notte da "Fuori Orario"* su Rai 3; alcune sit-com carine tipo "La tata", gli innovativi "X-Files", e più distrattamente qualche telequiz, i servizi de "Le iene" e alcuni sketch di "Mai dire gol" diffusi da Mediaset.
(*) Bellissima la sigla d'apertura, sulle calde note di "Because the night" by Patty Smith:
🍕 CIBO 🍺
Qui ci metto la pizza, perché in quegli anni - seppure per un brevissimo periodo - da assiduo consumatore mi trasformai in discreto (a detta dei clienti) produttore. DOC pizzaiolo... non risultò una cifra costante della mia vita, ma fu istruttivo e divertente! 😅
👕 SHOPPING 👖
🏃 LIFE🕜
⛔ Pardon: riservato ai contatti più intimi. [Sezione inserita solo per attenermi alle indicazioni del tag]. A parte quanto già rivelato qui e diluito nel blog in generale, considerato che si tratta del periodo ad oggi più "hot" della mia vita, non mi va di svenderlo per intero pubblicamente, senza contare che per svilupparlo tutto dovrei aprire un blog ad-hoc. Così come non me la sento di trattare con ingrata superficialità proprio i ricordi che più mi stanno a cuore. Non escludo che un giorno possa decidere di infrangere la mia stessa privacy, ma anche nell'improbabile eventualità credo che i contenuti meriterebbero una confezione più consona.