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Visualizzazione dei post da giugno, 2017

Vasco alla quarantesima


In attesa dell'imminente live celebrante 40 anni di canzoni di Vasco Rossi, previsto per il prossimo 1° luglio a Modena Park (220mila spettatori annunciati per un concerto che - ahimè - non vedrò), colgo l'occasione per fissare su questo diario virtuale le impronte di un personaggio che in qualche modo mi ha aiutato a crescere, nel bene e nell'indissolubile male che ci completa. Qui accanto la copertina del volume appena uscito in libreria: "Vasco XL - 40 anni di canzoni (con i miei commenti)", Mondadori, che contiene i testi di tutte le canzoni (176!) scritte dal 1977 a oggi. Nella foto che segue riporto invece il mio biglietto di un concerto tenutosi nell'89, che conservo tuttora insieme al nostalgico ricordo del Vasco e di me "ragazzini".


Dai timidi esordi (1979, presenta Walter Chiari)...


...a "più grasse" evoluzioni...


...già stampate nel futuro («E la vita continua anche senza di noi»)



DOC

Quando si dice ammazzare il Tempo...


Della Noia ho già disquisito in un altro post, qui non c'entra. Qui si parla di Tempo incarnato: sofferto e goduto, farcito e svuotato, improvvisato, costruito, distrutto e reinventato, al ritmo d'un cuore bilanciere. Giorno e notte, pomeriggio soprattutto. Vertigini, cose fatte e intimità. A volte sognato, mai veramente dominato. In una parola, "vissuto".

Tempo. E' forse l'unica reale dimensione che ci contiene. Lo Spazio è mutevole, il Tempo (forse) no. Posso tornare in un luogo dopo 50 anni, e trovarlo profondamente stravolto, al punto da non riconoscerlo più; ma quel cambiamento, per quanto radicale, non ha minimamente intaccato ciò che vi accadde cinquant'anni prima, sia che io abbia buona memoria, sia che voglia deformare o rimuovere i miei ricordi. Quel particolare evento è semplicemente accaduto, o più complessamente, accaduto per sempre: inespugnabile nella sua odiosa immutabilità.

Ammazzare il Tempo. Quel verbo, "ammazzare", pare fuori luogo. Che io sappia, si ammazzano - tristemente - Animali e Persone; ma non le cose inanimate, e men che meno quelle astratte come il Tempo. Poi, però, ci ho ripensato. Se ammazzare significa togliere la Vita, e se Vita altro non è che Tempo concesso, con tanto di limite ignoto quanto inevitabile, ecco allora che la tragedia può effettivamente consumarsi: "ammazzare il Tempo", proprio come da luogo comune, ma senza metafora.

Nell'ammazzare sono implicate due figure protagoniste, la vittima e il suo carnefice. La vittima non è per forza una donna: se preferite, nel caso specifico del maschio potremmo dire "vittimo", al pari di "sindaca" per le femmine. Ma non divaghiamo. Potenzialmente, in tutti i casi, tempi e luoghi, la vittima può essere chiunque. Stesso dicasi per i carnefici, i cosiddetti "assassini", coloro che (non esiste giustificazione plausibile, se non in rare complicanze generate dalla Vita stessa) tolgono la Vita.

Abbiate pazienza, arrivo subito al punto, sperando di non trascinarvi nello stesso pozzo da cui vorrei mettervi in guardia. Riassumendo: togliere la Vita significa sottrarre parte del Tempo che normalmente e variabilmente è concesso a ciascuno di noi, relativamente alla Morte più o meno naturale a cui tutti siamo destinati. In base a questa piatta verità, possiamo distinguere i nostri potenziali carnefici in due macro-categorie: assassini di serie "A", e assassini di serie "B".

Gli assassini di serie "A" sono quelli classici, raccontati dalla letteratura noir come dalle pagine di cronaca dei quotidiani. Tutti i delitti commessi all'interno di questa categoria, per quanto diversi tra loro per Tempo, Spazio, circostanze e modalità, hanno un solo elemento in comune. La fetta di Vita che viene orribilmente sottratta alle vittime, riguarda esclusivamente il loro Futuro. E qui sorge spontaneo chiedersi: ma un Futuro, per queste anime violate, era previsto? [PAUSA DI RIFLESSIONE] Credo proprio di sì, e ce l'hanno tutto sulla coscienza quegli st***zi dei loro assassini. Ma potrei sbagliarmi.

Gli assassini di serie "B" sono invece gli ispiratori di questo post. Sono quelli che solitamente ammazzano senza neanche rendersene conto, ma nei casi peggiori ne sono perfino consapevoli. La sostanziale differenza, rispetto alla categoria di cui sopra, è che questi non cancellano interi Futuri, ma altrettanto preziose gocce di Presente.  E non è così raro sfuggire alle loro grinfie, come fortunatamente accade per la categoria "A". Qui non ci sono Forze dell'Ordine appositamente preposte a difenderci.
Se un supermercato apre 3 casse su 8, e mi costringe a file interminabili; se le Poste fanno anche di peggio coi loro sportelli; se al Caf mi fanno aspettare 3 ore per dire e dare al Governo quanti soldi pretende; se sommo i minuti dedicati ai pedanti call-center; se aspetto il bus che non passa; se anziché servirmi il commerciante chiacchiera; se mi blocchi l'auto parcheggiata; se...

Se in questi casi si parla di "tempi morti", ci sarà pure un motivo. E se dovessi vivere cent'anni, sommando - o meglio sottraendo - questi piccoli buchi neri, è come se i titolari della lettera B mi avessero ucciso a 80. Senza neanche risparmiarmi la vecchiaia. Ma attenzione: A o B che siate, non smetterò mai di vomitarvi addosso il mio disappunto.


DOC


Aggiornamento del mese dopo: trovo sul web questa vignetta, la incollo qui che ci sta come il cacio sui maccheroni ⇩😅

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