Epica Etica Etnica Pathos

Omaggio al doppio album musicale dei CCCP del 1990, da cui il titolo, questo post si propone di affrontare lo stesso poker di tematiche che brillantemente lo ispirarono.
Riguardo all'immagine qui sopra, so bene che a poker non si gioca con le carte napoletane; ho volutamente "barato" in virtù della fortuita (esoterica?) analogia che ho riscontrato: Spade/Epica, Coppe/Etica, Denari/Etnica, Bastoni/Pathos. Al via, dunque; ma a cuor leggero, come è giusto che sia.
Riguardo all'immagine qui sopra, so bene che a poker non si gioca con le carte napoletane; ho volutamente "barato" in virtù della fortuita (esoterica?) analogia che ho riscontrato: Spade/Epica, Coppe/Etica, Denari/Etnica, Bastoni/Pathos. Al via, dunque; ma a cuor leggero, come è giusto che sia.

Mumble mumble oltre Ulisse, oltre l'Apocalisse mi lancio nello spazio, ma poi ricado dentro di me, tipo Odissea 2001. Cosa abbiamo di più epico nella nostra vita, se non l'origine della vita stessa? Non sono forse eroi, i 300/500 milioni di baldi spermatozoi che si contendono l'unico e medesimo ovulo/trofeo in una manciata di secondi? Altro che Olimpiadi, questa è l'impresa delle imprese! Talmente colossale che... si può solo sdrammatizzare. Fortunatamente ci ha già pensato il grande Woody Allen, che in "Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (ma non avete mai osato chiedere)" è riuscito a svelarci come e da dove veniamo, sostituendo alle meccaniche biologiche una magistrale, epica ironia:



L'accostamento al simbolo dei denari, forzato ma non troppo, vuole riferirsi alla moneta di scambio che ciascun popolo, ai rispettivi albori, ha adottato per gestire la propria economia interna. Marchi di origine che, nella Storia, hanno svenduto il proprio nobile ruolo ad una spietata evoluzione nella forma e nella sostanza: da un lato la tendenza ad unificare il sistema monetario al di là dei confini etnici (più che all'euro, penso alla recente introduzione della moneta virtuale); dall'altro, l'accumulo di denaro ha generato profonde scaglionature del tessuto sociale, traducendosi pericolosamente in unità di misura per nazioni e popoli, fino ai singoli individui.
Una morbosa corsa all'oro, che attraverso i secoli è riuscita a distoglierci quasi completamente da un concetto chiave per la nostra sopravvivenza. Il primo bene materiale di cui abbiamo bisogno è la terra, che ci vide nascere sotto un unico cielo, e che ora ci guarda crescere con una certa preoccupazione; se non ci orientiamo verso una pacifica condivisione, se non ci scrolliamo di dosso l'atavico egoismo per cui "Questa terra è mia. Dio l'ha data a me" («This land is mine. God gave this land to me»), l'epilogo non potrà essere che uno solo, peraltro "multi-etnico":


Tratto dall'omonima pièce teatrale di David Henry Hwang, a sua volta ispirata da un fatto realmente accaduto, è un film coinvolgente, un inno all'Amore puro, con un soggetto che non si presta ad anticipazioni: qualsiasi accenno alla trama penalizzerebbe tutto il fascino del film. A mio avviso, la Madama Butterfly di Cronenberg merita solo di essere vista, a mente libera e a cuore aperto, perché contiene tutti gli elementi tipici del capolavoro cinematografico, in grado di fare breccia nel più insensibile dagli animi.

DOC