Quella volta che...

...scesi dal treno dal lato dei binari. A momenti mi multavano, poi li convinsi con la mia inesperienza.
...una suora mi rubò la valigia alla stazione di Campiglia Marittima. Riuscii ad acciuffarla e a recuperare il maltolto. Vai con Dio!
...consumai, complice un amico, una Viennetta Algida a mani nude sul cofano di una Fiat 127 (o 128, non ricordo bene).
...battei, giocando con le figurine dei calciatori, un mio compagno di scuola che non sapeva perdere. Mi costrinse a difendermi... Accidentalmente gli assestai un calcione sui cosiddetti, sentendomi poi male per lui, quasi quanto lui.
...al mio canarino scoppiò il cuore perchè alzai il volume dello stereo al massimo. Non me lo perdonerò mai.
...rimasto da solo a casa, mi lasciai tentare dall'armadietto dei liquori di mio padre (astemio, lui). Bevvi un sorso di Vecchia Romagna, terribile. Riempii un bicchiere(!), non era poi così male. Il secondo mi mandò in orbita: riso, pianto, "Ogni volta"* a squarciagola e mari di vomito. Ancora oggi, se solo annuso il brandy, nausea da flashback.
...feci un errore di troppo ai quiz di scuola guida. Come si rese possibile? Ca**o, a casa ero un fenomeno!
...mi beccai una nota sul registro dal prof. di Fisica solo perchè gli chiesi maggiori delucidazioni sull'esperimento delle «palle di Cavendish» (più propriamente dette "sfere di Cavendish"), scatenando involontariamente l'ilarità della classe.
...mi feci per ultima la Prima Comunione. Alla chiesa era associata l'edicola con l'acquisto delle figurine all'uscita; beh, a quel punto ero troppo grande per gli album di figurine.
...riprodussi con la mia stampantina ink-jet un biglietto d'autobus identico agli originali. Lo testai pure (non ditelo a nessuno), e funzionò. Punto.
...impegnato al gioco "Nomi, cose, città" con la lettera "G", sotto "Mestieri" scrissi convintamente "Giarrettiere".
...insegnai al mio Pc a reagire ai comandi vocali: rispondeva con voce metallica, pronunciando frasi programmate o casuali; potevo chiedergli anche di riprodurre una precisa canzone o un intero album musicale fra i tanti memorizzati, o di aprire lo sportellino per inserire i CD, darmi i numeri al lotto, salutare i miei amici chiamandoli per nome, abbozzare conversazioni, disegnare, far partire video e animazioni su richiesta... Esclamava "Salute!" se starnutivo. Gli avevo dato persino un volto, sullo schermo, con movenze coordinate. E un nome: "ICS". Se avessi continuato ad infarcirlo di istruzioni adesso avrei un amico in più, sulla cui fedeltà poter contare. Forse.
...(questa la tengo per me).
...mi vestii da sceriffo, da pagliaccio, da zombi. Tra pochi anni i costumi di Carnevale e i costumi della società si fonderanno del tutto in un unico contesto, presumo. E chi scoprirà le differenze vincerà il talent show.
...rilessi tutti i miei diari, prima di distruggerli.
...imparai a controllare il panico da colloquio di lavoro, da nuoto, da pista da discoteca, da fuori luogo. Da follia, da esame, da sostanze, da umiliazione. Da paese straniero, da tentazione, da privazione. Da buio, da silenzio, da me stesso e da qualcos'altro. Ovviamente non tutto in un giorno. Bravo, ma il futuro resta panico. Che palle (di Cavendish)!
DOC
(*)
P.S.: Beata Juventùs, 30(+2) scudetti e non sentirli.
P.P.S.: Oggi compio XLIII anni... Resisti Peter!